"Scrittori e giornalisti in Abruzzo e nel mondo" - da d’Annunzio ai nostri giorni
E' il titolo del libro curato da Dante Marianacci, per anni vicepresidente dei premi Flaiano, scrittore ed intellettuale di livello internazionale al vertice di numerosi Istituti italiani di Cultura. E’ la raccolta degli interventi svolti in un seminario tenutosi nell’auditorium Petruzzi di Pescara il 5 luglio 2019 organizzato dalla Casa della poesia in Abruzzo – Gabriele d’Annunzio e dall’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo, con la collaborazione e il patrocinio della Fondazione Genti d’Abruzzo O.N.L.U.S.. La prefazione è di Stefano Pallotta.
SAGGI STORICI - IANIERI EDITORE.
Un libro di 194 pagine dove si possono leggere gli interventi di Gianni Oliva su d’Annunzio e Romualdo Patini, Franco Di Tizio su Edoardo Scarfoglio, Mario Cimini su Gaetano Panbianco e Zopito Valentini, Carlo De Matteis su Massimo Lelj e Nicola Moscardelli, Antonella del Ciotto su Domenico Ciampoli ed Ettore Janni, Andrea Gialloreto su Mario Pomilio ed Eraldo Miscia, Enrico di Carlo su Ottaviano Giannangeli e Giammario Sgattoni, Simone Gambacorta su Gian Luigi Piccioli, Antimo Amore su Antonio Piccone Stella e Laudomia Bonanni, Paolo di Vincenzo su Pascal D’Angelo, Pietro Di Donato e John Fante.
In questo elenco, ben tre importanti scrittori e giornalisti vastesi: Romualdo Pantini, Ettore Janni e Pietro Di Donato.
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(Romualdo Pantini) |
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(Ettore Janni - foto di Sommariva Emilio del 1919) |
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(Pietro Di Donato) |
«Il giornalismo
culturale di solito non esercita un grande fascino nella generalità dei
lettori. Eppure attraverso questa forma sublime di informazione il giornalismo
nel corso del secolo scorso ha dato un impulso deciso all’evoluzione della lingua italiana e alla
crescita delle grandi inchieste che hanno segnato la storia della professione
giornalistica. L’intento di questa
raccolta, che scaturisce da un incontro formativo riservato ai giornalisti
abruzzesi, è quello di contribuire alla conoscenza dei grandi scrittori che
hanno voluto cimentarsi con il grande reportage, ma anche con l’inchiesta di cronaca, senza disdegnare altre
branche dell’informazione, come
lo sport. Scrittori-giornalisti abruzzesi che hanno contribuito a far uscire la
cosiddetta “Terza Pagina” dalle coltivazioni letterarie esclusive di una
cerchia elitaria di appassionati della cultura alta. Una élite alto-borghese,
molto ristretta, che traeva da aulici elzeviri godimento e appagamento dello
spirito. Era per loro che gli Albertini del “Corriere della Sera” non lesinavano lauti compensi a scrittori del
calibro di Gabriele d’Annunzio.
Il rapporto tra giornalismo e letteratura, però, con la fine del secondo
conflitto mondiale ha subito una virata decisiva con l’avvicinarsi del grande pubblico ai fatti della vita
narrativa dai giornali. Ancora prima dell’inizio dell’era repubblicana, che ha avuto la necessità di
una formazione più consapevole della pubblica opinione, vi erano stati, nella
nostra regione, episodi ragguardevoli di un giornalismo di scrittori che
avevano intuito che la cultura andava messa dalla parte della gente e dei
cittadini».
Dalla
Prefazione di Stefano Pallotta
Pubblicato da Mercurio Saraceni